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Il tecnicismo e l’interpretazione (ancora l’Escalier du Diable)

Categorie: Strumentale
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Commenti: 3 Commenti
Pubblicato il: 25 Febbraio 2009

Un numero sempre maggiore di pianisti si cimenta con lo studio num. 13 dal secondo libro degli studi per pianoforte di Gyorgy Ligeti.

Come scrivevo un po’ di tempo fa, l’Escalier du Diable sta veramente diventando il brano virtuosistico per antonomasia del XXI° secolo anche grazie al fatto che, oltre ad essere difficile, è bello.

La cosa più interessante, secondo me, è vedere come, nonostante il tecnicismo estremo, resti ancora molto spazio per l’interpretazione. Si potrebbe pensare che, considerando anche il fatto che questo pezzo è musica contemporanea, che spesso richiede una visione rigorosa della partitura, e per di più è molto difficile, le qualità virtuosistiche necessarie per eseguirlo riducano drasticamente lo spazio interpretativo. Invece non è vero e al di là del dibattito sull’esecuzione migliore, che su You Tube è addirittura feroce, è bello sentire come, fermo restando il fatto che tutti gli esecutori sono tecnicamente ben preparati, altrimenti non potrebbero eseguirlo, le diverse sensibilità diano vita a delle esecuzioni molto diverse, alcune che personalmente apprezzo, altre perfino fastidiose in qualche momento, ma tutte rispettabili.

NB: dato che i video sono 5, spezzo qui il post. Cliccate su “continua” per vedere i video

L’esecuzione di Anderson. considerata da molti la migliore (ma su You Tube non c’è Aimard…)

Questa è senza nome, ma da quel che ricordo è quella di Libetta, il cui video era scomparso e adesso riappare

Quella di Chuan Qin

Rudolf P. Golez

Denis Kozhukhin, una delle più recenti, che ha ricevuto molti commenti positivi.

Alla fine, ascoltatevi anche l’esecuzione di Aimard.

3 Commenti
  1. Mario ha detto:

    Non so se è già stato osservato: “scala del diavolo” è anche il nome “popolare” della funzione di Cantor

    http://it.wikipedia.org/wiki/Funzione_di_Cantor

    una scala assai infida e sdrucciolevole…
    [Spero che questo riferimento non risulti inopportuno in questo contesto, la musica contemporanea ha spesso relazioni con la matematica]

    Interessante la musica, anche se non suona particolarmente “radicale”… ma magari chiederò la vostra opinione in un post più adatto.

  2. ellemir ha detto:

    Ricordi bene: il secondo pianista in camicia azzurra è proprio Libetta, uno dei pochi pianisti in grado di eseguire gli studi Chopin-Godowsky (troppo semplici quelli di Chopin così come erano, eh? :P)
    Ammiro la calma glaciale con la quale esegue il pezzo. Fulminante.
    Quella di Kozhukhin però mi sembra avere più tensione.
    Cosa strana: quella più corta di tutte, di Quin, mi sembra la più faticosa…tutto troppo pulito. Sembra quasi più lenta delle altre…

  3. Mauro ha detto:

    @ Mario
    sì, della funzione di Cantor si parla in “Analisi della scala del diavolo” che trovi fra i related
    è vero che la musica di Ligeti (ormai) non è particolarmente radicale. credo che sia anche per questo che ha molto successo

    @ Ellemir
    sono d’accordo su Kozhukhin… baci

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