BE PARANOID!

Categorie: Privacy, Tecnologia
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Commenti: 4 Commenti
Pubblicato il: 22 Aprile 2006

Qualche giorno dopo l’arresto di Provenzano, durante una intervista TV con uno degli inquirenti (di cui purtroppo non ricordo il nome), ho sentito una dichiarazione che mi ha colpito.
In sintesi, quel funzionario, per dare l’idea della complessità dell’indagine, a un certo punto ha detto: «Vi rendete conto di quanto sia difficile individuare qualcuno che come massima tecnologia usa una macchina da scrivere?».
Traduzione (mia): è difficilissimo beccare qualcuno che non usa telefono, cellulare, internet, email, carta di credito, bancomat, tessera sanitaria, raccolte punti, certimat, schede TV, TV via cavo, telegrammi, etc, tutte tecnologie che seminano tracce.

Adesso pensate un po’ a che cosa significa tutto questo per la nostra privacy. So che per alcuni di voi sono cose assodate, ma immaginatele nei particolari. Per esempio, oggi all’uscita del supermarket, controllando il conto mi sono reso conto che sopra c’era scritto il mio nome: «arrivederci e grazie, Sig. Graziani».
Così i bastardi non hanno archiviato solo il mio codice cliente, che è quanto basta per attribuirmi i punti e magari è AB123ZX e non dice niente sul mio nome, ma l’hanno anche associato alla mia identità.
Così hanno un bel database con dentro tutto quello che mangio. Sanno che non mi piacciono i dolci, ma amo la cioccolata e compro solo la Lindt più sottile e magari, con adeguate offerte e pubblicità, forse potrei cambiare marca. Sanno che mi piace il pesce e che a casa mia c’è sempre il salmone, ma non posso permettermi il caviale. Sanno che non ho bambini perché non ho mai comprato mai ovetti kinder, merendine etc. Sanno anche che sono single, che non vado matto per la verdura e che ultimamente ho inspiegabilmente smesso di acquistare coca-cola.
In definitiva, hanno una buona visione del mio stile e del mio tenore di vita. E tutto questo solo con una carta di raccolta punti. Pensate se si potessero unire tutte le informazioni provenienti da varie fonti. Adesso è chiaro perché, anche sotto questo aspetto, le grandi concentrazioni in cui molte aziende di diverso tipo sono in mano alla stessa società/persona dovrebbero essere bloccate?
La cosa buffa è che, come informatico, questi database a volte li progetto o comunque li vedo da vicino e so cosa si può dedurne, di conseguenza tutte queste cose mi sono ben chiare. E allora perché quell’affermazione mi ha colpito? Non so. Una cosa è saperlo e non pensarci, un’altra sentirselo dire dalla polizia. È come se ti dicessero «guarda che questi dati non sono lì a dormire, qualcuno li usa… siate paranoici!»

4 Commenti
  1. Fede ha detto:

    piuttosto convincente, ahimé

  2. Joyello ha detto:

    Ebbene, è l’unico motivo per il quale non ho tessere di nessun supermercato.
    E forse anche perché i “premi” che potrei avere coi punti sono solitamente cose di cui non saprei che farmene…
    Comunque, a giudicare dalla quantità di mail che mi arrivano con consigli e metodi per allungare le dimensioni del mio pene, probabilmente in giro c’è lo stesso un sacco di gente che sa un sacco di cose su di me!
    🙂

    Joyello

  3. nicola ha detto:

    un tizio che conosco, che dirige la succursale di un grosso supermercato dalle parti di casa mia, mi ha detto: “perché non ti fai la tessera? puoi risparmiare sulle offerte, etc,”.
    alla mia obiezione circa il fatto che non mi piace farmi schedare, mi ha suggerito di usare un nome falso.
    l’ho fatto, e siamo contenti tutti e due.

  4. erri ha detto:

    […] Politica della singolaritá qualunque: creare degli spazi in cui nessun atto é piú assegnabile a nessun corpo dato. In
    cui i corpi ritrovino l’attitudine al gesto che la
    sapiente distribuzione dei dispositivi metropolitani
    – computer, automobili, scuole, videocamere,
    cellulari, palestre, ospedali, televisioni, cinema
    ecc. – gli aveva sottratto. Riconoscendoli.
    Immobilizzandoli. Facendoli girare a vuoto. Facendo
    esistere la testa separatamente dal corpo. Politica
    della singolaritá qualunque. Un divenire-qualunque é
    piú rivoluzionario di ogni essere qualunque. Liberare
    spazi ci libera cento volte piú di qualunque «spazio
    liberato». Piú che del mettere in atto un potere, io
    godo del mettere in circolazione la mia potenza.
    La politica della singolaritá qualunque risiede
    nell’offensiva. Nelle circostanze, i momenti e i
    luoghi in cui saranno strappati le circostanze, i
    momenti e i luoghi di un tale anonimato,di un arresto
    momentaneo in stato di semplicitá, l’occasione di
    estrarre da tutte le nostre forme la pura adeguazione
    alla presenza, l’occasione di esserci, finalmente. […]
    http://groups.yahoo.com/group/AntiGlobal_Net_Italy/message/4615
    baci, erri

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