V’ger

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Pubblicato il: 10 Ottobre 2010

Mauro Graziani – V’ger (2009), acusmatico.

Questo brano è stato composto per l’anno internazionale dell’astronomia (2009) e per il convegno “Musica e Astronomia” organizzato dal Conservatorio Bonporti di Trento e Riva del Garda.

V’ger (pron. Vyger) è il nome che, nel primo film tratto dal serial Star Trek, i Borg danno a una fittizia sonda intelligente Voyager 6, lanciata dalla Terra e da loro recuperata dopo una serie complessa di peregrinazioni nello spazio esterno. Il tutto si rifà alle vere sonde Voyager 1 e 2, lanciate alla fine degli anni ’70 e destinate a perdersi nello spazio interstellare, dopo una serie di passaggi intorno ai pianeti esterni da cui ci hanno inviato non solo splendide immagini, ma anche suoni.
Per chi si chiedesse come sia possibile trovare dei suoni nel vuoto dello spazio, puntualizziamo che non si tratta di rumori udibili da orecchie umane, ma di vibrazioni rilevabili solo dalla strumentazione posta sulle sonde e derivano, ad esempio, dall’interazione del vento solare con la magnetosfera del pianeta, che rilascia particelle ioniche con una frequenza di vibrazione che ricade dell’estensione udibile, oppure sono radio-frequenza generate dai campi magnetici del pianeta e delle sue lune e in questo caso è stato necessario abbassarle di parecchie ottave per renderle udibili.
Per realizzare V’ger, di cui, per esigenze organizzative, viene presentato un “condensato”, i suddetti suoni sono stati analizzati e risintetizzati per renderli utilizzabili musicalmente, perché nella realtà la loro evoluzione si svolge in tempi circadiani (ore, a volte giorni). Questi suoni, poi, sono stati strutturati in “accordi” in base alle distanze medie dei pianeti dal sole, mentre la loro evoluzione è governata dalla legge di Newton (la gravitazione).

V’ger onora i viaggi dei due Voyager che, guidati solo dalla gravitazione, hanno percorso miliardi di kilometri e oggi sono gli oggetti più lontani che l’uomo abbia mai costruito (Voyager 1 si trovava a 16.560.484.000 km dalla Terra nell’Agosto 2009).
Io ho avuto il mio primo telescopio quando ero alle medie. Per chi, come me, già da bambino era solito passare qualche notte a scrutare il cielo ed era convinto che, nel 2000, avrebbe potuto farsi una vacanza su Marte come un semplice turista, l’avvento del terzo millennio è stata una vera delusione. Niente auto volanti. Niente androidi intelligenti che ci sostituiscono nel lavoro. Niente basi sulla Luna e su Marte. Uno skifo. A parte la musica, le missioni come quelle dei Voyager e delle sonde che li hanno seguiti sono le uniche cose che mi danno la percezione di una frontiera.

V’ger è stato composto utilizzando il software di composizione assistita AlGen, creato dal sottoscritto e sintetizzato in 4 canali tramite Csound.

La documentazione in forma estesa del brano si trova qui.

Mauro Graziani – V’ger (2009), acusmatico (riduzione stereo dell’originale quadrifonico)

Stereogramma (click to enlarge)

V'ger stereogramma

1 Commento
  1. Leonardo ha detto:

    V’ger ci svolazza e ci porta sicuramente nel cosmo.questo pezzo e’ sicuramente la sua rivincita,dei suoi sogni e pensieri di bambino che fu…..

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