Alla nuova luna

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Commenti: 6 Commenti
Pubblicato il: 4 Ottobre 2007

Una poesia di Quasimodo (da “La terra impareggiabile”, 1958) scritta in occasione del lancio dello Sputnik-I, prima Luna artificiale.

Alla nuova Luna

In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo,
e al settimo giorno si riposò.
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen.

6 Commenti
  1. Federica ha detto:

    Mi fai il commento x favore della poesia alla luna nuova di s. quasimodo? grazie se me la fai ti ringrazio tanto xkè è da tanto ke la sto cercando!!
    grazie mille

  2. Federica ha detto:

    per favore mi fai il commento alla luna nuova? grazie mille.. ti prego la sto cercando da parecchio tempo!

  3. Mauro ha detto:

    Hai cercato male perché lo trovi qui (leggi tutto, è verso la fine). È la terza voce in google….
    http://www.salvatore-quasimodo.it/postermetismo5.htm

  4. F.M. ha detto:

    Non sono un letterato, ma l’interpretazione data da Elena Salibra nel link non mi convince:
    – perchè mai il “senza timore” dovrebbe avere una connotazione negativa? Penso invece che forse l’uomo, dopo “miliardi di anni”, finalmente sente di potersi emancipare da Dio senza timore, grazie alla sua intelligenza laica, e creare mondi a sua volta.
    – è forse l’amen finale che fa dire che questa poesia è un “requiem per l’umanità”?
    Io ci vedo una presa di coscienza, e lo traduco “e così sia”.
    Così mi piace di più: un’ode al progresso

  5. Maria Teresa ha detto:

    La prima volta che lessi questa poesia-La nuova luna- la presi per una boutade di gusto mediocre. Vedo che viene invece presa in considerazione….L’uomo avrebbe messo luminari uguali a quelli che sono in cielo (gulp!) Qualcuno parla in proposito di.. emancipazione(!). Qui le questioni sono due, o manca il buon senso o manca la vista. Perchè non provate qualche volta a guardare il cielo stellato, magari quando non c’è la luna..quella vera l’altra,( quel celebrato aggeggio ha pudore a mostrarsi in sua presenza):infinite stelle, infinite galassie che si allontanano a velocità della luce.Il nostro sistema solare, alla estrema periferia di una di esse; un atomo la terra abitata da uomini tanto intelligenti da inventare un trabiccolo luminoso che gira e tanto stupidi da vantarsene quali nuovi dei.Credo che anche la musa della poesia se la rida,con quella della astronomia. Povero S.Q.!

  6. Mauro Graziani ha detto:

    Io non credo che le poesie vadano prese alla lettera. Nel ’58, mezzo secolo fa, il piazzare un satellite artificiale in cielo sembrava magia.
    Tanto per dire, Alexander Pope scrisse di Newton:
    Nature and nature’s laws lay hid in night; God said: «Let Newton be!», and all was light.

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