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Analisi della Scala del Diavolo

Categorie: Strumentale
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Commenti: 5 Commenti
Pubblicato il: 2 Gennaio 2008

Vaal ha pubblicato sul suo blog, Abolire la realtà, una buona analisi de L’escalier du diable, XIII° studio di Ligeti per piano solo, che sta rapidamente diventando il brano virtuosistico per antonomasia del XXI° secolo.

Ve lo avevamo già proposto nelle versioni su YouTube di Libetta (poi ritirata) e Anderson. Cogliamo l’occasione per segnalarvi questa, molto criticata (e io sono d’accordo con le critiche, infatti non la metto qui, ma ognuno si faccia la propria idea), versione di Chuan Qin, sempre daYouTube.

Finora, a mio avviso, la versione di Anderson, nonostante lui faccia il bulletto, resta la migliore.

5 Commenti
  1. vinz ha detto:

    mauro, hai un link alle critiche dell’esecuzione di Qin?

  2. Mauro ha detto:

    veramente non mi riferivo alle critiche ufficiali, ma a quelle espresse su youtube. io lo trovo abbastanza meccanico e poco intenso, mentre è vero che gli studi di ligeti hanno qualcosa in comune con quelli di chopin: non sono solo difficili, ma anche “cantabili”…
    a proposito, anche quando dico che il migliore è anderson, intendo fra quelli visti in youtube… poi c’è sempre gente come aimard.

  3. Vaaal ha detto:

    Neanche a me piace molto quella di Qin. Libetta era per me il punto di riferimento (anch’io sto studiando il pezzo), un vero peccato che l’abbiano tolta.
    Aimard è grandioso, inarrivabile.. riesce a mantenere delle velocità tali che l’idea di una manipolazione al computer mi sfiora..
    Ho ascoltato anche quella della Biret: una esecuzione originale per le sue velocità, tutte molto calme. La Biret riesce a mettere in evidenza delle cose che a velocità più elevate non possono essere rilevate. Consigliata a chi ha già ascoltato varie registrazioni e vuol provare qualcosa di diverso.

    Grazie per la segnalazione del mio blog, saluti!

  4. riccardo ha detto:

    grande ligeti,
    qui peró devo sempre fare il commento del…diavolo.
    Credo, nonostante Ligeti sia uno dei miei maestri e riferimenti costanti,
    che proprio quello che mi va stretto di queste composizioni sia quanto segue:
    a) perché non ci sono (come in altri pezzi e etudes) poliritmie e accelerazioni-decelerazioni che renderebbero piú dinamico il pezzo: una scala del diavolo ha tutti i gradini uguali (+ in ampiezza ed in alzata?).
    b)Sono pezzi di chiara natura meccanica… e sorprendentemente… non superano secondo me o pareggiano per ispirazione la musica di Nancarrow (alla quale lo stesso Ligeti si riferisce).
    Resta ugualmente un grande del XX.

  5. stefano bottari ha detto:

    Anch’io in tempi non sospetti ho analizzato questo brano….

    https://dl.dropboxusercontent.com/u/22257122/Ligeti.pdf

    Buona lettura!

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