Le cose cambiano

Categorie: Informatica
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Commenti: 8 Commenti
Pubblicato il: 27 Luglio 2008

Infine, a un anno e mezzo dalla presentazione (gennaio 2007), l’iPhone è arrivato ufficialmente anche in Italia.

Considerando anche la coincidenza delle date, non posso fare a meno di pensare che, a 30 anni di distanza, nel 1977, la stessa persona, Steve Jobs, presentava al mondo un altro prodotto destinato a rivoluzionare le comunicazioni, il modo di lavorare e di divertirsi e cioè l’Apple II, il primo vero microcomputer di massa.

E non posso fare a meno di pensare a una grande differenza fra questi due prodotti. Il vecchio Apple II era aperto, in tutti i sensi. Chiunque ne avesse le capacità poteva programmarlo. Tutte le informazioni necessarie, compresa la mappa della memoria di sistema, erano stampate sui manuali e in effetti le vendite dell’Apple II cominciarono a schizzare quando alcuni programmatori indipendenti crearono le prime “killer application”, come Visicalc di Dan Bricklin (il primo foglio elettronico, 1979; dal sito di Dan Bricklin è possibile scaricarne liberamente una versione perfettamente funzionante (basta salvarlo come file VC.COM); Il programma occupa solo 27 Kb).
Ma l’Apple II era aperto anche dal punto di vista hardware. Si poteva aprire e smontare. I manuali contenevano lo schema della motherboard. Tutto era perfettamente visibile. Non c’erano segreti nell’Apple II. Più che un sistema, era una piattaforma che spingeva i programmatori a creare applicazioni e i tecnici hardware a fabbricare schede.

Al contrario, l’iPhone è chiuso. Non si può programmare. Soltanto Apple può cambiarne i contenuti via update remoto. Le sue funzionalità sono protette ed Apple ha già minacciato chiunque pensasse di sbloccare il codice originale per per farvi girare anche altre applicazioni. Alla fine qualcuno lo farà perché è una sfida, ma lo farà clandestinamente e soltanto pochi potranno beneficiarne.

La differenza essenziale è questa: mentre una volta tutto il mondo ha creato innovazioni per l’Apple II, ora soltanto Apple potrà innovare per l’iPhone. Il primo era generativo, il secondo, al massimo, è funzionale.

Apple II iPhone

Update

Mi è stato fatto giustamente notare che l’iPhone SDK, con tutto il necessario per programmarlo, è scaricabile gratuitamente da un apposito sito Apple.

Però “Free sign up as a Registered iPhone Developer required to download the iPhone SDK”

e praticamente vogliono sapere chi sei, compreso indirizzo fisico e email valida. Questo è quello che mi dà fastidio. Perché devo identificarmi anche solo per vedere come è fatto l’iPhone?

8 Commenti
  1. federico c. ha detto:

    ahimè Maestro… pecunia non olet!

  2. Mauro ha detto:

    ma non è un problema di soldi.
    l’Apple II, pur essendo aperto, ha venduto l’ira-ddi-ddio e ha trasformato la Apple da fabbrichetta di garage in Apple Inc.
    Ma questo è successo solo quando qualcun altro l’ha usata per farci una cosa che allora era imprevedibile, come Visicalc.
    Adesso, invece, è un problema di volontà di controllo: il ragionamento è “non vogliamo che qualcun altro possa fare i soldi utilizzando la nostra piattaforma perché vogliamo essere noi a sfruttare tutte le opportunità e guadagnare anche dai servizi”.
    Ma tutto ciò è velleitario. Deriva dalla convinzione di essere in grado di farlo.
    Il punto, però, è che tu, da solo, non puoi inventare tutto e così magari finisci per perdere la tua killer application, come è successo per Napster che è stato affondato piuttosto che sfruttarlo, solo perché era esterno.

  3. vinz ha detto:

    Non capisco mica cosa intendi Mauro…e’ gia’ pronto l’SDK per sviluppare su iphone e touch. E’ ben fatto, e da’ accesso a tutte le risorse dell’iphone; puoi usare il localizzatore gps, l’accelerometro, e tutte le funzioni di telefonia, da programma!
    inoltre, puoi vendere le tue applicazioni al prezzo che vuoi tu usando le strutture apple, ovviamente dietro congrua percentuale sulle vendite.
    mi sfugge qualcosa sul significato del tuo post?

    http://developer.apple.com/iphone/

  4. Mauro ha detto:

    Quello che mi dà fastidio è questo:

    “Free sign up as a Registered iPhone Developer required to download the iPhone SDK”

    praticamente vogliono sapere chi sei, compreso indirizzo fisico e email valida.
    Perché devo identificarmi anche solo per vedere come è fatto l’iPhone?

  5. vinz ha detto:

    eeeeeh ma dai! succede praticamente per qualsiasi sito! se servono i miei dati anche per farmi scaricare un giochetto freeware ( e ti faccio notare che TU STESSO mi costringi a darti la mia mail ORA, solo per mostrare un commentino ad un post!), posso capirlo anche per farti sviluppare sull’oggetto piu’ tecnologico del momento, fornendoti un sdk piuttosto sofisticato. E’ un po’ la prassi di internet. Adobe e Macromedia chiedono molto di piu’ per darti i loro SDK, e da sempre.
    Non mi pare abbastanza per suonare un campanello di allarme su come si stava meglio prima. ne abbiamo ben altri di brutti segnali…:-)

  6. Mauro ha detto:

    un momento. queste sono altre cose.

    1) quelli del giochetto freeware e tanti altri così, ti chiedono la mail per farti pagare il giochino. poi loro la tua mail la usano, la vendono, etc.

    2) io ti chiedo la mail per scelta personale. mi piace che chi dice qualcosa, almeno formalmente, si identifichi. nota che io non controllo che sia vera. poi se dici qualcosa di penalmente perseguibile, ho il tuo ip.

    Invece il fatto che la Apple te la chieda e la controlli per darti gli strumenti che servono a programmare l’iPhone non mi piace. è come se ti chiedessero un documento per comprare un cacciavite.

    Questa tendenza è in atto da un po’ di anni e consiste nel non darci la piena proprietà di quello che compriamo.
    Una volta aprire un televisore, smontarlo e modificarlo era facilissimo. Oggi non è così facile, non bastano i normali cacciaviti e quando l’hai aperto scopri che certi componenti non sono identificabili.
    Non esiste più la libertà di comprare qualcosa e farne quello che vuoi…

    La giustificazione di tutto questo è la sicurezza, ma per chi ha vissuto l’informatica come me, prelude a una profonda limitazione della libertà personale. Questa è una dichiarazione di Jobs dell’ottobre 2007:

    Alcune compagnie si sono già messe in moto. Nokia, ad esempio, non permette l’installazione di programmi su alcuni nuovi telefoni, a meno che questi non abbiano una firma che li colleghi ad uno sviluppatore conosciuto. Anche se questo rende un cellulare tutt’altro che “completamente aperto”, crediamo che questo sia un passo nella giusta direzione. Stiamo lavorando su un sistema avanzato che apra agli sviluppatori le porte della programmazione nativa su iPhone, permettendo anche di proteggere i nostri utenti da software pericolosi.

  7. vinz ha detto:

    ma non e’ per niente la stessa cosa, Mauro! il computer, il cacciavite, e il tv sono per uso personale. son d’accordo sul fatto che non poter aprirli a piacere e’ una cosa orrenda (di recente ho provato ad aprire il mio mighty mouse rotto. non ci sono riuscito. viti speciali. e il guasto era banale. l’ho buttato.)
    Un sdk e’ un oggetto diverso: serve per produrre qualcosa che poi viene usato da un certo numero di persone.
    se io lavoro come cuoco (non per cucinare a ME , ma per altre persone) , o chiedo la licenza per aprire un negozio di ventagli balinesi (non li vendo a ME, li vendo a chiunque), mi chiedono un sacco di cose. ti sembra un limite alla liberta’ personale? a me no.

    ma son d’accordo con te: se io dichiaro sotto giuramento che usero’ l’sdk SOLO per uso personale, allora non mi devi rompere e non ti devo dire proprio niente.(magari allora pero’, pagarlo si…)
    ma davvero tu credi che chi scrive un software lo fa solo per se stesso? e ma dai….il mondo e’ cambiato: prima il nerd non faceva un software in casa che poteva vendere in tutto il mondo senza spendere una lira. adesso succede.

  8. Mauro ha detto:

    non penso minimamente che uno scriva software solo per se stesso-

    scusa, del cuoco si controlla solo che segua le norme igieniche. poi può proporre i piatti che vuole, anche ragni fritti.

    nel caso della dichiarazione di Jobs, chi decide quali software sono pericolosi?

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