Gli atei di Londra

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Commenti: 5 Commenti
Pubblicato il: 7 Gennaio 2009

La campagna lanciata dagli atei di Londra tramite la sezione “Comment is free” del Guardian, portata avanti con l’affissione su alcuni bus londinesi della scritta “Probabilmente Dio non esiste. Ora smettete di preoccuparvi e godetevi la vita” ha avuto grande successo.

A fronte delle 5500 sterline chieste ai lettori di CIF per sostenere la campagna, ne sono state raccolte ben 135000. Ora si annunciano manifestazioni simili in altre grandi città del mondo.

Ricordiamo che la campagna era partita in risposta ad una analoga inserzione che guidava al sito jesussaid.org sulla cui home page campeggiava un passo del vangelo di Matteo secondo la quale i non credenti sarebbero stati condannati alla separazione eterna da Dio e a passare l’eternità nei tormenti dell’inferno descritto da Cristo come un lago di fuoco.

Qui Ariane Sherine commenta il successo.

5 Commenti
  1. Riccardo ha detto:

    mi sembra magnifico,
    quando lo farà qualcuno (spero) a Roma, sarà bellissimo.
    … ma ho paura che nessuno oserè farlo in paesi islamici!

  2. F.M. ha detto:

    Per Riccardo;
    Purtroppo invece ho l’impressione che sarà addirittura più facile che avvenga in un paese islamico, piuttosto che in Italia.
    Riguardo la scritta degli atei inglesi, ho notato l’estrema civiltà del messaggio che sottolinea “probably”.
    Senza fede, appunto.

  3. cristina ha detto:

    A Roma ( nonostante tutto) non si rischia la pena di morte per una cosa come questa, nei paesi islamici credo di sì….sulla finezza del “probably” sono pienamente d’accordo.

  4. erri ha detto:

    Invece, i nostri ateucci locali peccano come sempre di dogmatismo. A Genova hanno scritto:
    “La cattiva notizia è che dio non esiste.
    Quella buona è che non ne hai bisogno.”

    Comunque la metti, qui in Italia gli atei sono sempre dei cattolici che hanno litigato col papa/papà.
    Senza essere mai riusciti a passare per la laicità.
    Ciao!

  5. max ha detto:

    …forse in in italia hanno avuto un padre un po’ più invadente che in altre nazioni…

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