Contesti culturali e tecnologici

Categorie: Contemporanea
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Commenti: 2 Commenti
Pubblicato il: 10 Febbraio 2009

Vi passo un articolo di Nicola Bernardini e Alvise Vidolin  scritto in occasione del XVII Colloquio di Informatica Musicale tenutosi nell’Ottobre 2008 a Venezia.

Si tratta, a mio avviso, di una riflessione – ahimé – molto lucida sulla situazione attuale della computer music e della musica contemporanea nel nostro paese. Lucida perché non si limita alle lamentazioni, ma cerca di risalire alle cause che determinano un contesto culturale che, secondo me, è fra i più depressi d’Europa (e non solo).

Se a qualcuno di voi interessa, poi ne parliamo. Per scaricarlo, basta cliccare il link con il tasto destro. Distribuito in CC.

2 Commenti
  1. Cesare ha detto:

    Tutto ciò è molto interessante oltre che arcinoto e da condividere. Il problema però è l’impostazione politica dello scritto, proprio in un mondo dove la politica, o i partiti si equivalgono nelle loro scelte. Scelte rivolte verso il basso e il consumo di stupidaggini da MTV. Si parla di progressismo, forse pensando al vecchio PCI. Che poi è lo stesso partito che ha divulgato, oltre a Nono, il rock politico o canzonette impegnate di cantautori… Ma esiste ancora un mondo così? E’ proprio la politica la nemica di tutto ciò. Insomma, bello ma stile anni ’60. Siamo nel 2009…

  2. Joyello ha detto:

    Anche io mi trovo a condividere solo in parte. E anche io penso che le riflessioni esposte nell’articolo siano un po’ vecchio stile.
    La computer-music, per sua stessa definizione, ha subìto l’identico percorso di evoluzione dello strumento che la genera.
    pensiamoci: il fatto che esista la chitarra elettrica (e l’infinita gamma di applicazioni elettroniche ad essa associabili) non compromette certo il valore di Ferdinando Carulli.
    Ugualmente si può dire che la deprecabile tecnica chitarristica di John Frusciante non ha mai incrinato la qualità della buona musica per chitarra.
    Con ciò detto è evidente che non sarà di certo Fennesz (o il sottoscritto, ché di danni ogni tanto ne fa) a inficiare il valore della computer music.

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