La ricerca dell’audio perduto

Categorie: Copyright
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Commenti: 3 Commenti
Pubblicato il: 14 Ottobre 2010

Un recente rapporto della Biblioteca del Congresso USA dal titolo The State of Recorded Sound Preservation in the United States: A National Legacy at Risk in the Digital Age, scaricabile in pdf, fa notare che vaste porzioni del patrimonio audio sono ormai perdute o inaccessibili al pubblico a causa di errata conservazione, supporti labili, ma anche e spesso, di problemi determinati dal copyright.

In merito a quest’ultimo punto, il rapporto dichiara fin da subito che

Copyright law and interests in protecting intellectual property are a final thread (or perhaps a seemingly unyielding tangle) in the environment affecting recorded sound preservation. [pag. 6]

e continua

In many instances, early commercial recordings may be unavailable from rights holders. As reported in the Survey of Reissues of U.S. Recordings, a study commissioned by the NRPB, “ten percent or less
of listed recordings have been made available by rights holders for most periods prior to World War II. For periods before 1920, the percentage approaches zero.

All U.S. recordings, both commercially released and unpublished, created before February 15, 1972, are protected by a complex network of disparate state civil, criminal, and common laws. Accordingly, sound recordings are unique among all creative works in the United States insofar as the effective term of copyright protection for even the oldest U.S. recordings, dating from the late nineteenth century, will not end until the year 2067 at the earliest (i.e., 95 years after the placement of sound recordings under federal protection in 1972)

Questa situazione ha dell’incredibile: le istituzioni che si occupano della conservazione dei documenti audio sono impedite, quando non bloccate, dalle leggi fatte da un altro ramo della stessa istituzione.

È interessante osservare che, invece, i problemi tecnici, che pure esistono, si possono risolvere. Una volta accettato il fatto che non esiste un supporto eterno, si tratta solo di rinnovare i supporti ogni congruo numero di anni.

Con questo non voglio dire che quello posto dal copyright sia l’unico ostacolo. Il rapporto insiste anche sulle corrette modalità di conservazione, sulla necessità di formati standard, adeguati e non compressi, sulla creazione di professionalità apposite. Ma, mentre queste ultime sono, in fondo, questioni tecniche che si risolvono impiegando risorse adeguate, quello del copyright è, in realtà, un problema di potere, quindi molto più difficile.

3 Commenti
  1. angelo ha detto:

    Verissimo. Per quanto riguarda la conservazione domestica del materiale audio o video, che comunque e’ sempre una conservazione che dovrebbe durare degli anni, c’e’ la tendenza a reversare tutto il materiale ( lp, cassette e vhs ) su dvd o cd masterizzati in casa che hanno una durata decisamente inferiore a quelli industriali perche’ si possono facilmente rovinare ( ad es. graffi e abrasioni). Non va trascurato l’usura del lettore
    che a volte non riesce proprio a vedere il supporto…
    Io stesso ho dovuto rimasterizzare dvd visti poche volte perche’ non funzionavano piu’.
    Tuttavia il mercato per promuovere l’uso del supporto digitale ci fa credere che se salviamo i nastri et similia su dvd o cd non correremo piu’ rischi di deterioramento… Se non sbaglio le case discografiche tengono su nastro magnetico il loro materiale d’archivio ( ovviamente in condizioni ottimali di conservazione… )

  2. Mauro Graziani ha detto:

    Io ho fatto alcuni esperimenti sui CD dati masterizzati in casa. Per esempio, ho messo circa 70000 immagini su un CD e ho constatato che, dopo un paio di anni, una decina era illeggibile. La percentuale è bassa, ma basta per considerare questo supporto inaffidabile.
    I CD realizzati industrialmente, invece, sono molto affidabili. Ho CD di 20 anni fa e più che funzionano perfettamente (sia audio che dati).
    I DVD, invece, sono più delicati perché la pista è più stretta e la tolleranza di allineamento del laser è inferiore.

  3. emme ha detto:

    utilissima quest’ultima ‘dritta’!
    grazie Mauro 😉

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