Come al solito ci spiano

Categorie: Privacy, Tecnologia
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Commenti: 5 Commenti
Pubblicato il: 23 Aprile 2011

In questi giorni sta facendo un certo rumore la scoperta che la nuova generazione di cellulari ci spia sistematicamente. Non mi riferisco al fatto, ormai noto a tutti, che i nostri spostamenti e contatti vengono tracciati dalle compagnie telefoniche grazie alle celle che il nostro cellulare aggancia, ma al fatto che i nostri movimenti vengono salvati in un file conservato all’interno del telefono e a volte anche sul computer a cui il telefono viene connesso.

Tutto ciò appare grave perché, se alle registrazioni conservate dalle aziende si può accedere solo dietro richiesta di un magistrato, questo file può essere consultato da chiunque sappia come arrivarci. E non è difficile, soprattutto per Apple.

La cosa vale sia per l’iOS di Apple che per Android. con qualche piccola distinzione che vado a riferirvi:

mappa realizzata a partire dai dati conservati su iPhoneiOS Apple (iPhone e iPad 3G)

Cory Doctorow riporta qui la scoperta di alcuni ricercatori che si occupano di sicurezza presentata alla conferenza Where 2.0. È stato scoperto un file nascosto (invisibile all’utente) che contiene tutti gli spostamenti del telefono desunti dalle celle, dagli access point wi-fi e dal GPS, ognuno accompagnato dal relativo time-stamp (data e ora). Il file viene anche scaricato sul computer a cui il telefono si connette.

A quanto pare, la registrazione di tali dati è iniziata con l’upgrade a iOS 4 datata Maggio 2010. Di conseguenza,  in alcuni telefoni, si può trovare quasi un anno di spostamenti completi di coordinate, data e ora. Il file non è criptato e la lettura è possibile anche a non geek utilizzando l’apposita applicazione, iPhone Tracker, che si scarica qui.

Finora Apple non ha spiegato perché questi dati vengono raccolti, né fornito un modo per bloccarli. L’utente viene tracciato, che lo voglia o no. In pratica, Apple ha reso possibile ottenere informazioni dettagliate sui vostri spostamenti a chiunque abbia accesso al vostro iPhone (un partner geloso, un detective privato, i genitori, etc.).

La cosa divertente è che Apple ha il diritto di raccogliere tali dati. Fra le 15200 parole che formano i terms and conditions for its iTunes program, un paragrafo di 86 parole dice

Apple and our partners and licensees may collect, use, and share precise location data, including the real-time geographic location of your Apple computer or device. This location data is collected anonymously in a form that does not personally identify you and is used by Apple and our partners and licensees to provide and improve location-based products and services. For example, we may share geographic location with application providers when you opt in to their location services.

La notizia è finita anche sul Guardian con dovizia di particolari.

Android

Gli utenti Android sono relativamente più fortunati. Quello di Android, infatti, non è un file, ma una cache. Ne consegue che è più difficile accedervi (serve un informatico dotato di una certa perizia, vedere qui), ma soprattutto vengono conservate solo le ultime 50 celle e gli ultimi 200 wi-fi access point. La profondità dei dati, quindi, è più limitata rispetto a iOS.

In entrambi i casi, non si sa se i dati vengano inviati rispettivamente a Apple e a Google. Vari rappresentanti di entrambe le aziende si stanno affrettando a negare qualsiasi utilizzo fraudolento.

5 Commenti
  1. Leonardo ha detto:

    ho letto qualcosa che riguardava questo argomento.mi sembra sul quotidiano…..comunque sia non c’e’ da stare allegri.leggendo di queste cose.ci pilotano come dei robot,mannaggia.”comunque vada c’è sempre un ulteriore disastro” 🙂 un saluto…..

  2. max ha detto:

    Porca miseria…ci ho provato ed è vero!

    (mica con ciò dico che metto in dubbio quello che dici…il vederlo dal vero fa un altro effetto però)

  3. abbastanzaschifato ha detto:

    non fidatevi, meno tecnologia avete, piu cultura vi fate, piu conoscenza sapete e meno informazioni date di voi in internet.. è tutto meglio per voi.
    certe cose che pensavamo fossero impossibili, stanno diventando quasi normali agli occhi delle masse, ma non degli individui, risvegliatevi.

  4. erri ha detto:

    Anche gli Amish ci spiano?
    🙂
    La conoscenza condivisa è una condizione necessaria della civiltà.
    Oggi la civiltà è globale e quindi la condivisione ha canali globali.
    Il lavoro di un blog come questo sarebbe impossibile senza tecnologia e messa in rete di informazioni anche personali.
    Mi pare che la scelta sia se utilizzare il mezzo con consapevolezza, oppure chiudersi nella caverna senza acqua né luce. E sperare che non ti trovino.
    Ciao! erri

  5. Mauro Graziani ha detto:

    Guarda, come ho detto in altri post, a volte penso che mi piacerebbe una società senza alcuna privacy. Poter sapere tutto di tutti, quanti soldi abbiamo, dove li spendiamo, chi frequentiamo, che malattie abbiamo, etc.
    Non mi darebbe fastidio. Quello che invece mi dà fastidio è il fatto che questa non è conoscenza condivisa: solo alcuni sanno tutto di tutti e usano queste informazioni…

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