Pop (?) music that I loved (1)

Categorie: Musica, Storia
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Commenti: 6 Commenti
Pubblicato il: 12 Novembre 2006

Henry Cow

Ogni tanto qualcuno mi domanda se ci sia qualche gruppo pop che mi piace.
Fra quelli attuali, non saprei (faccio un po’ fatica a seguirli), ma una volta ne ascoltavo molti.
Ecco un esempio: 1975 – Henry Cow – L’album è In Praise of Learning.
Qui c’è una cantante tedesca con una voce da Brecht, una melodia armonizzata in modo non convenzionale, ma soprattutto c’è uno sviluppo. Il pezzo non si ferma al solito schema ritornello – inciso.
Ma, al di la degli apprezzamenti formali, resta il fatto che questa musica per me è emozionante.
Da quell’album, ecco 2 pezzi. Fatemi sapere cosa ne pensate.


Personnel:

      Tim Hodgkinson – Organ, clarinet, piano
      Fred Frith – Guitar, violin, xylophone, piano
      John Greaves – Bass guitar, piano
      Chris Cutler – Drums, radio
      Dagmar Krause – Voice
      Peter Blegvad – Guitar, voice, clarinet
      Anthony Moore – Piano, electronics and tapework
      Lindsay Cooper – Bassoon, oboe

    Guests

      Geoff Leigh – Soprano saxophone
      Mongezi Feza – Trumpet
      Phil Becque – Oscillator

6 Commenti
  1. Joyello ha detto:

    Grandissimi Henry Cow. Anche se… l’accezione POP, per loro, non te la passo. A meno che non fosse un tuo modo elegante per dire: “Il massimo del POP a cui arrivo è Fred Frith. Quindi non amo il pop”.
    Tutto il circuito del “Rock in Opposition” di cui facevano parte proprio HC, era esattamente l’opposizione (appunto) al popolare. Quindi NON Pop.
    Riprova con qualche altro gruppo… e ricorda che il suffisso POP sta per Popolare, quindi diretto (e soprattutto) apprezzato dalla maggioranza della gente (POPolo).

  2. Mauro ha detto:

    capisco.
    putroppo, per me, pop significa “non classica contemporanea e non jazz”, quindi devi darmi qualche lezione.
    Sono pop i tedeschi Amon Duul, Can, Neu, Faust, Tangerine Dream fino a Phaedra?
    I Kraftwerk diventano pop dopo Autobahn?
    Soft Machine, Matching Mole e Wyatt?
    Peter Hammill? I Virgin Prunes?

  3. vincenzo ha detto:

    joyello posso rispondere io, o fai tu?
    comunque bravo jo, stavo per scrivere io il tuo commento. vedi che a frequentarmi impari tante cose? 🙂
    ti autorizzo a citare la commessa dell’oviesse. (scusa mauro l’incursione personale)

  4. Joyello ha detto:

    Stavo provando a rispondere… ma mi dilungavo troppo. pensaci tu, Vinz…che in questo sei mio maestro.
    🙂

  5. Joyello ha detto:

    Io però una cosa la voglio dire… Io e Vincenzo divergiamo un (bel) po’ sulla definizione di POP.
    Per lui è POP quello che è conosciuto a TUTTI gli strati sociali. Per me è POP quello che nell’intenzione del compositore è diretto a tutti gli strati sociali (che ci riesca o meno).
    Quindi… per me è pop anche Antony & The Johnsons. Mentre per Vincenzo no, dal momento che la “commessa dell’oviesse” (categoria random per definire un ceto medio poco interessato alla musica) non li ha mai sentiti nominare.
    Non sono POP, per me, coloro che intenzionalmente si rivolgono a un pubblico di nicchia o ben preciso. Quindi Non Henry Cow e (per usare un gruppo ‘vivente) nemmeno i MATMOS.
    Ora a te, Vinz.
    🙂

  6. Mauro ha detto:

    spiacente, risposta inaccettabile 🙂
    L’appartenenza di un pezzo a una corrente/genere non può essere definita dal risultato di vendita/diffusione (es: conosciuto a TUTTI gli strati sociali) e nemmeno dalle intenzioni del compositore (di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno).
    Per me la distinzione (pop o no) deve essere FORMALE, cioè deducibile dal solo ascolto del brano e eventualmente dal titolo, testo, eventuale partitura, etc.
    Quali siano gli elementi di distinzione, poi, è argomento di discussione in mezzo mondo…

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