L’esperienza che vi propongo qui è sempre audio, ma è un po’ diversa dal solito.
Noi non abbiamo la consuetudine della lettura di poesia. Gli anglosassoni, invece, ce l’hanno ed è una gran cosa, soprattutto quando a leggere sono gli stessi autori.
Recentemente, Salon.com ha messo in linea tutta la Caedmon Collection, una serie di registrazioni eseguite fra il 1952 e il ’53, in cui Dylan Thomas legge una vasta selezione della propria poesia e prosa, insiema a qualche brano dei suoi autori preferiti, fra cui Shakespeare, Milton, Eliot, Auden, Hardy, Lawrence, Graves e il suo amico Vernon Watkins.
Da questa raccolta, ecco la famosissima “Do not go gentle into that good night”, dedicata al padre morente, letta da lui stesso.
L’impostazione vocale di Dylan Thomas è chiara e diretta, di grande potenza, ma con molte sfumature espressive. D’altronde, i suoi reading erano affollatissimi e la gente rimaneva fuori dai teatri o dai cinema in cui il poeta si esibiva, per mancanza di posto.
Do not go gentle into that good night, Old age should burn and rave at close of day; Rage, rage against the dying of the light.Though wise men at their end know dark is right, Because their words had forked no lightning they Do not go gentle into that good night.Good men, the last wave by, crying how bright Their frail deeds might have danced in a green bay, Rage, rage against the dying of the light.Wild men who caught and sang the sun in flight, And learn, too late, they grieved it on its way, Do not go gentle into that good night.Grave men, near death, who see with blinding sight Blind eyes could blaze like meteors and be gay, Rage, rage against the dying of the light. And you, my father, there on the sad height, |
Non andartene docile in quella buona notte, vecchiaia dovrebbe ardere e infierire quando cade il giorno; infuria, infuria contro il morire della luce.Benchè i saggi infine conoscano che il buio è giusto, poichè dalle parole loro non diramò alcun conforto, non se ne vanno docili in quella buona notte.I buoni che in preda all’ultima onda splendide proclamarono le loro fioche imprese, avrebbero potuto danzare in una verde baia, e infuriano, infuriano contro il morire della luce.I selvaggi, che il sole a volo presero e cantarono, tardi apprendono come lo afflissero nella sua via, non se ne vanno docili in quella buona notte.Gli austeri, vicini a morte, con cieca vista scorgono che i ciechi occhi quali meteore potrebbero brillare ed esser gai; e infuriano infuriano contro il morire della luce. E tu, padre mio, là sulla triste altura io prego, |
molto bello, interessante come sembri sempre sul punto di “intonare” il recitato.
effettivamente è per quello che lavorare sulla voce di Dylan Thomas, come nel pezzo che ho fatto, è bello.
applicando le stesse tecniche ad altre voci non viene la stessa cosa.
Vero.
Amavo Thomas ancora prima di sentire la sua voce… Poi (ed è successo con dei vecchi CD che avevo copiato da un’amica con anche altri poeti) l’ho sentito e l’ho trovato subito fantastico. Come mi aspettavo fosse.
E anche la tua “That Goodbye” mi è piaciuta subito.
l’anno scorso so che è stata anche rappresentata dal vico per mano di Roberto Dani… Io l’ho saputo solo due giorni dopo… ahimè!
Thanks a lot … for the link.
I was looking for powerful weapons to convince my students that poetry is “cool” and Dylan Thomas ‘s readings are just what I needed … Great site … I’ll be back
Mel
veramente bella..
veramente sembra più cantato che arrabbiato; un italiano forse lo avrebbe letto con più vigore (Ungaretti avrebbe ruggito parole tanto forti). Ma c’è un errore nella traduzione dell’ultima strofa: “curse, bless me” significa “maledicimi, BENEDICIMI (e non ” maledicimi,feriscimi”). In francese “blesser” significa “ferire”, ma l’inglese “to bless” significa “benedire” che è cosa assai diversa.
arrabbiato? dove hai letto arrabbiato?
anch’io ho sempre sostenuto che Dylan Thomas cantava, come si può ben sentire in questo post
grazie per la nota sulla traduzione. io l’ho trovata, ma non l’ho controllata tutta (la traduzione è di Ariodante Marianni).
quel verso, così, diventa:
maledicimi, benedicimi con le tue fiere lacrime