I Six Encores sono sei brevi pezzi, scritti tra il ‘65 e il ‘90, e raccolti sotto questo titolo, quasi ad evidenziarne la forma breve, aforistica e solo apparentemente disimpegnata.
I primi quattro Encores sono dedicati agli elementi empedoclei: acqua, aria, terra, fuoco.
Wasserklavier, del 1965, indaga gli aspetti simbolici e le suggestioni che possono essere legate al concetto di acqua, specie in relazione con gli strati “sommersi” della memoria: di qui l’utilizzo di materiale armonico derivato dall’Impromptu op. 142 n. 1 di Schubert e dall’Intermezzo op. 117 n. 2 di Brahms. Il risultato è di toccante nostalgia, anche grazie ad un attento ed originale studio sul timbro dello strumento, di cui si rievocano alcuni tratti salienti (in particolare derivati dal pianismo di Chopin, Debussy e Skriabin) con grande maestria ed originalità.
Erdenklavier (1969) consiste in un’esplorazione degli effetti timbrici legati alla risonanza per simpatia ottenuta con giochi di note tenute e con forti contrasti dinamici. È un brano pressoché monodico,e forse anche per questo richiama atmosfere arcaiche, che possono essere associate ad una concezione archeologica dell’idea di “terra” e di ciò che sotto (o dentro) di essa si trova.
In Luftklavier (1985), l’elemento “aria” è rievocato attraverso un rapido movimento di notine in pianissimo, non troppo differentemente dal successivo Feuerklavier (ma d’altro canto anche il fuoco, come l’aria, è imprendibile e in continuo movimento). Il “colore” pianistico è iridescente e cangiante, ed assume sempre diverse sfumature in base a vari accostamenti di materiale tematico. Feuerklavier (1989) è basato su un flusso turbinoso ed incessante di biscrome, attorno al quale si addensano materiali tematici in continuo sviluppo. L’estro virtuosistico è qui espresso con grande classe ed efficacia strumentale.
Brin e Leaf (1990), che completano la raccolta degli Encores, sono brevi pagine con una poetica esplorazione delle possibilità timbriche del pianoforte: affiorano sonorità magiche o impalpabili, con evocative risonanze ottenute grazie al sapiente gioco di pedali e note tenute.
[Da “La produzione pianistica di Luciano Berio” di Roberto Prosseda]
The Six Encores are six little pieces for solo piano written by Luciano Berio between 1966 and 1990.
The encores 1 to 4 are devoted to the four elements: water, earth, air, fire.
The Wasserklavier (water-piano) is about the water, not only in its nature but also in its symbolic meaning linked with the concept of hidden, submerged memories. So part of the material comes from Schubert’s Impromptu op. 142 # 1 and Brahms Intermezzo op. 117 # 2.
Erdenklavier (earth) explore the resonance of free strings created by holding down the keys for a long time and strong dynamic changes.
The Luftklavier (air) and the Feuerklavier (fire) evoke this ever changing elements by a speed movement of groups of notes.
Brin and Leaf are tha last two encores. This pieces explores the timbric extensions of the piano by a good work of sustain or sostenuto pedals and held notes.
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Wasserklavier (1966)
Erdenklavier (1969)
Luftklavier (1985)
Feuerklavier (1989)
Brin (1990)
Leaf (1990)
trovo molto evocativa e quasi commovente erdenklavier, con quella melodia espulsa a forza e gli echi distanti, che rimbalzano forse su qualche roccia o ancora nelle viscere.
Ho ascoltato anche una bella trascrizione per chitarra di Brin da parte di E. Fisk, in cui l’aspetto etereo del pezzo è reso bene dall’uso degli armonici e l’armonia appare in tutta la sua spigolosità proprio per le caratteristiche timbriche della chitarra.