Perle ai porci?

Categorie: Classica, Società
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Commenti: 6 Commenti
Pubblicato il: 16 Aprile 2007

Forse ne avete già sentito parlare…
Washington D.C., zona centrale (uffici). Sono circa le 8 di mattina di venerdì 12 gennaio. Un bianco dall’aria giovanile vestito in jeans, T-shirt e cappellino da baseball si piazza in una stazione della metro molto frequentata, tira fuori un violino dalla custodia, la posa davanti a sè nel classico atteggiamento del mendicante e si mette a suonare la Ciaccona di J.S. Bach.
E la suona da dio, perché lui è Joshua Bell, uno dei più acclamati violinisti contemporanei e il suo strumento è uno Stradivari da 3.5 milioni di dollari.
In totale suona 6 pezzi, per circa un’ora. Poi raccoglie i soldi e se ne va. La scena è filmata da camere nascoste. Si tratta di un esperimento ideato dal Washington Post (3 estratti del video su washingtonpost.com, UPDATE: ora il video è anche su You Tube, andate giù nella pagina).

In quell’ora passano 1097 persone, in gran parte impiegati di vario livello. Magari c’è anche qualcuno che ha pagato $100 per ascoltarlo alla Boston’s Symphony Hall solo tre giorni prima.
Soltanto in sette si fermano ad ascoltare per più di un minuto. 27 persone gli lasciano qualche moneta, per un totale di $32. Una sola persona lo riconosce.

Guardando il video avrete notato che l’acustica non è neanche malvagia e si sente benissimo che non è uno qualsiasi.
E allora?
Per quanto mi riguarda, sicuramente non avrei riconosciuto Joshua Bell, ma mi sarei fermato e gli avrei dato qualche dollaro. Lo dico perché mi è capitato con un violoncellista nella metro di S. Pietroburgo. Suonava troppo bene. Mi sono fermato per poi scoprire che era un membro dell’orchestra di stato a cui non pagavano lo stipendio da due mesi.
Quindi ipotizziamo che quelle 27 persone che gli hanno dato qualcosa abbiano pensato “che bravo… mi fermerei volentieri, ma faccio tardi al lavoro”.
E gli altri 1070? Ammettiamo che un’altra settantina abbia pensato la stessa cosa, anche se non gli ha dato niente. Ne resta sempre un migliaio.
Notate che si trattava di uno dei più acclamati violinisti viventi che suonava alcuni dei più grandi capolavori mai scritti con uno dei migliori strumenti mai costruiti. Roba da sindrome di Stendhal.
Ne consegue che, se nessuno è in grado di notarlo, evidentemente abbiamo un problema culturale non banale.

  • La nostra società non educa la gente a riconoscere e apprezzare la bellezza?
  • O ci costringe a ignorare ciò che ci sta intorno?
  • O ancora, dovremmo riaprire il secolare dibattito epistemologico su cosa sia la bellezza?

Che ne pensate?

6 Commenti
  1. l'Anto ha detto:

    io penso che non siamo educati al giudizio critico.
    troppe persone hanno bisogno che un quadro sia esposto in un museo per dire che è bello, e può accadere che le stesse persone paghino 100 dollari per poter poi dire a colleghi ed amici, il giorno dopo, che sono stati alla Boston’s Symphony Hall ad ascoltare un violinista straordinario.

  2. §LOLLO§ ha detto:

    un pensiero coerente al riguardo non ce l’ho, sia perchè sono ignorante sia perchè ci sono numerose variabili chiamate in gioco da questo pensiero; quindi mi limiterò a descriverne qualcuna di queste:
    – Joshua Bell ha giocato su fatto che i suonatori in metro sono musicisti ambulanti solitamente di scarsa abilità
    – la fermata della metro è un luogo di transito. E di transito frettoloso.
    – so che è riduttivo dire “quadri ai musei”, ma la maggior parte della gente se vede un pittore a pontepietra (spesso io compreso) con la tela davanti al teatro romano pensa “uno dei tanti vedutisti turistici da 4 soldi”; oppure se vede un giovane con pantaloni al gionocchio e bomboletta in mano “chissà dove scarabocchierà” e non che sia un wall artist (accaduto in questi giorni a verona davanti alla galleria ArteRicambi)
    – anche secondo me ci siamo omogeneizzando su un “bello” di massa che altro non è se non un bello di basso livello capibile da una gran percentuale di persone, ma pur sempre di baso livello. (Benjamin non sarebbe sarebbe d’accordo con me)

  3. Lemi ha detto:

    Concordo con l’Anto e col punto 3 del Lollo.
    In effetti manchiamo (io mi metto dentro) di spirito critico. Ma ciò deriva dalla (mia) ignoranza di fondo.
    Se sento un violinista suonare posso anche sentire che è bravo e che è un piacere da ascoltare ma non saprei dire a che livello suona proprio perchè non ho una così vasta eseprienza di violini.
    Al teatro qualcuno, invitandolo e mettendolo sul palco, già mi spinge a pensare che sia un virtuoso.
    E da profano DEVO fidarmi.
    Forse se sentissi un gruppo rock potrei già capirne qualcosa di più ma chi di solito ascolta Britney Spears difficilmente noterà la loro bravura.
    E via così…

  4. fede ha detto:

    ma forse é una questione piú semplice: se io sento un piano a coda della yamaha da 20000 euro(cifra assolutamente casuale, non ho idea di quanto costi) ed un bosendorfer da 200000, probabilmente non noteró delle differenze tali da giustificarne la differenza di prezzo, magari un concertista sí, allo stesso modo, per un passante il miglior violinista/violino del mondo non saranno cosí distanti da un buon violinista/violino, principalmente decontestualizzati. É la stessa ragione che porta molti (anche musicisti) ad affermare che un genere a loro distante(reggae? metal? techno? barocco?) é tutto uguale: il non sapere distinguere i PICCOLI dettagli che separano la norma dall’eccezione.
    Il contesto poi é importante: se sto andando a lavorare alle otto di mattina magari non mi fermo ad ascoltare, semplice.

  5. Morkye ha detto:

    Secondo me il punto è proprio l’ultima cosa che ha detto il Fede “non mi fermo ad ascoltare”: mi sembra che resista ancora l’idea per cui il bello è qualcosa di superfluo, e quindi guai a rubare tempo alle “cose serie”…anche se magari ti sei accorto che sta succedendo qualcosa di speciale.

  6. nicola ha detto:

    probabilmente l’esperimento non è tarato bene.
    oltre all’esibizione delle 8 di mattina, in mezzo a gente che va a lavorare (e con tutti i problemi delle 8 di mattina: sonno, rottura di coglioni, magari anche preoccupazioni o rovelli di vario genere e tipo), sarebbe stato il caso di prevederne un’altra in un momento più rilassato, tipo un pomeriggio festivo in mezzo a persone e famigliole che vanno a passeggio.
    e sarebbe stato interessante fare poi il confronto fra le due situazioni.
    perché, al di là della maggiore o minor competenza del singolo di apprezzare un musicista bravo o meno, conta anche l’atteggiamento mentale che si ha in un dato momento.
    io, ad esempio, se sono impegnato in qualcosa che mi interessa o mi prende, neanche sento i suoni che mi circondano, che sia musica o meno.

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