Canone obbligato

Categorie: Italia, Tecnologia
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Commenti: 3 Commenti
Pubblicato il: 21 Luglio 2006

Non è una forma musicale del ‘600. Sto parlando del canone che tutti noi dobbiamo pagare per sostenere la TV pubblica. E quando dico tutti, intendo dire proprio tutti: che guardiamo o non guardiamo la RAI, che abbiamo o non abbiamo un televisore.
Perché il regio decreto 246 del 21 febbraio 1938 (con successive integrazioni e modifiche) dice che il canone deve essere versato da chiunque possegga “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive”.
Leggete bene: atti o adattabili significa quasi qualsiasi cosa. Secondo l’interpretazione corrente, infatti, un computer è facilmente adattabile: basta comprare una scheda da pochi euro con selezionatore TV e presa per antenna. La stessa cosa si può fare con un qualsiasi monitor. Esagerando un po’ (ma forse non troppo), si può sostenere che anche la mia lavatrice, che è già dotata di un display LCD, con poche e banali modifiche potrebbe essere messa in grado di ricevere il segnale TV.
Dunque riassumiamo:

  • chi ha un televisore, ma non guarda la RAI, deve pagare il canone;
  • ma anche chi non ha un televisore, ma possiede un computer o un lettore DVD + monitor lo deve pagare, solo perché potrebbe, in via del tutto ipotetica, dotare il suddetto ordigno di un componente che lo mette in grado di vedere la TV.

Ma è fantastico. È geniale!
Per lo stesso principio forse dovremmo pagare in anticipo qualche multa per eccesso di velocità perché tutti possediamo un auto/moto/ciclomotore atto a violare qualche limite. In teoria, anche una bici è adattabile.
Per estensione, forse dovremmo andare in galera in quanto tutti abbiamo in casa qualche ordigno atto o adattabile a commettere un omicidio…
Il bello è che io sono favorevole a una TV pubblica mantenuta da un canone (diciamo che se la RAI fosse come la BBC lo pagherei molto più volentieri), ma questa faccenda dell’obbligare al pagamento anche chi in via ipotetica potrebbe, mi sembra del tutto demenziale.

3 Commenti
  1. Domiziano Galia ha detto:

    La legge è stata scritta quando non esistevano queste apparecchiature, per cui non è stata pensata con malizia. E credo che nessun governo si impunterebbe per farti pagare il canone al pc e lavatrice. Ad ogni modo sarebbe proprio ora di cambiarla sta legge. Perché, insomma, se anche ho una tv, potrebbe anche essere che io non guardi mai la RAI, e quindi? Però, ammettiamo anche che sia una di quelle cose di valore collettivo, per cui non pago per me, ma per un servizio pubblico.
    Va bene. E però cazzo allora non mi puoi oscurare il segnale satellitare dei mondiali e della formula uno!

  2. Joyello ha detto:

    Mi ero informato sulla questione e pare che il canone sia DOVUTO solo se il computer (o il semplice monitor) sia corredato di scheda apposita. Tutti, Legge compresa, sanno che un monitor (o un PC standard) da solo non può ricevere nessuna trasmissione TV. Basta una piccola scheda e questo è possibile. Quindi il CANONE si paga solo in caso di possesso di questa scheda.
    Poi, se siete furbi, il canone non lo pagate nemmeno se avete una TV megagalattica.
    Il motivo? Semplie: Il canone RAI non è affatto dovuto per le trasmissioni, come sarebbe ipoteticamente giusto, esso è una tassa di proprietà sul televisore; uguale al bollo auto. Quindi andrebbe pagato anche se il TV rimane sempre spento.
    Mi chiedo quando ci chiederanno un canone per il frigorifero, il fornello e lo scaldabagno…

    🙂

    J.lo

  3. Mauro ha detto:

    x Domiziano
    Che non ci sia malizia non direi perché:
    1) ci sono state decine di integrazioni al decreto originale e quelle parole non sono state mai cambiate;
    2) in particolare il DECRETO 20 dicembre 2002 – Determinazione della misura dei canoni di abbonamento alle radiodiffusioni per l’anno 2003, all’art.3 comma 2 dice: “Coloro che nel corso dell’anno entrano in possesso di un apparecchio, atto od adattabile con qualsiasi mezzo alla ricezione delle trasmissioni televisive, devono corrispondere…”
    Come vedi non solo riprone, ma anzi rinforza il concetto.

    MG

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