Generative Gestaltung

Generative Gestaltung è un simpatico sito di codice Processing che offre accesso diretto al codice di tutti gli esempi. In realtà gli esempi sono parte di un libro (Generative Design) acquistabile sul sito, comunque, anche da soli, possono dare spunti interessanti.

Il codice processing può essere scaricato da qui:

Submerged Turntable

In questa scultura di Evan Holm dei giradischi, con relativo disco in vinile, sono leggermente sommersi e tuttavia funzionano. Dico leggermente sommersi perché il braccetto e la maggior parte del blocco che decodifica la vibrazione della puntina stanno fuori, quindi si tratta solo di qualche millimetro di acqua.

Ciò nonostante, come si può sentire nel video qui sotto, il suono è praticamente perfetto come non avrei mai immaginato. È evidente che il motore deve essere protetto dall’acqua e che la stessa non deve penetrare il blocco della puntina. La prima cosa non è complicata (qui c’è un making of  in cui si vede che la parte elettrica del motore è esterna, appesa all’albero), ma la seconda mi riesce difficile immaginare come sia possibile. Dal making of  non si evincono particolari accorgimenti per impedire all’acqua di penetrare nel foro da cui esce il sostegno della puntina. Evidentemente l’acqua è così poca che non ci arriva.

Tuttavia il moto che si genera nell’acqua dovrebbe interferire con l’aderenza della puntina al solco, arrivando a far levitare il braccetto. L’unica spiegazione è che quest’ultimo sia decisamente pesante e in effetti la lunghezza del braccetto depone a favore di questa ipotesi. Il tutto, comunque, non è un gioco e nemmeno uno studio sulla resa del giradischi. Ecco la nota dell’autore:

There will be a time when all tracings of human culture will dissolve back into the soil under the slow crush of the unfolding universe. The pool, black and depthless, represents loss, represents mystery and represents the collective subconscious of the human race. By placing these records underneath the dark and obscure surface of the pool, I am enacting a small moment of remorse towards this loss. In the end however this is an optimistic sculpture, for just after that moment of submergence; tone, melody and ultimately song is pulled back out of the pool, past the veil of the subconscious, out from under the crush of time, and back into a living and breathing realm. When I perform with this sculpture, I am honoring and celebrating all the musicians, all the artists that have helped to build our human culture.

Chris Jordan

Chris Jordan trasforma dei dati statistici in arte in modo molto creativo e stimolante.

Le serie Running the Numbers, per esempio, partono da dati statistici relativi ai consumi degli americani, nel primo caso, e ai fenomeni di massa, nel secondo, per creare delle immagini che danno un’idea della vastità del fenomeno.

Sulla prima serie, l’autore scrive:

Running the Numbers looks at contemporary American culture through the austere lens of statistics. Each image portrays a specific quantity of something: fifteen million sheets of office paper (five minutes of paper use); 106,000 aluminum cans (thirty seconds of can consumption) and so on. My hope is that images representing these quantities might have a different effect than the raw numbers alone, such as we find daily in articles and books. Statistics can feel abstract and anesthetizing, making it difficult to connect with and make meaning of 3.6 million SUV sales in one year, for example, or 2.3 million Americans in prison, or 32,000 breast augmentation surgeries in the U.S. every month.

This project visually examines these vast and bizarre measures of our society, in large intricately detailed prints assembled from thousands of smaller photographs. Employing themes such as the near versus the far, and the one versus the many, I hope to raise some questions about the roles and responsibilities we each play as individuals in a collective that is increasingly enormous, incomprehensible, and overwhelming.

Le immagini pubblicate sul web sono ingrandibili in modo da rivelare la loro composizione. Qui sotto un esempio dalla prima serie a vari livelli di ingrandimento.

Spettro Elettromagnetico

Non male questo atlante dello spettro elettromagnetico (l’originale era interattivo).

An interactive visualization of the Radio Spectrum, and a database of artistic and social interventions that have been developed in the last decades that employ radio technologies. Projects are catalogued according to the frequencies they occupy.

AES was designed and developed by Bestiario with Irma Vila and Jose Luis de Vicente for the AV festival (New Castle) and CCCB (Barcelona).

 

Io però ho qualche perplessità sull’effettivo significato artistico di una operazione di questo tipo. È un’ottima visualizzazione, ma non c’è nessuna interpretazione. Praticamente mi comunica dei dati scientifici in una bella forma, godibile. Potrebbe essere una nuova interfaccia per ricevitori, ma ogni tanto ho la sensazione che l’etichetta di arte venga applicata con estrema facilità.

D’altra parte, l’arte informativa esiste e ha un senso evidenziare dei dati di fatto sconosciuti ai più (anche qui ne abbiamo parlato). In un suo scritto nemmeno tanto recente, Eno proponeva l’installazione di enormi schermi che mostrassero in tempo reale i dati sul pianeta e sul cambiamento climatico.

Per finire, questa è una buona introduzione allo spettro elettromagnetico, senza alcuna velleità artistica. Si tratta di una playlist in 8 parti di origine NASA, con commento tradotto in italiano dall’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica). Cliccate l’icona in alto a dx per vedere le altre parti).

Arte Informativa

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Le rappresentazioni della scienza spesso sfiorano l’arte.
Questa immagine tratta dal Washington Post, che potete vedere ingrandita qui, è stata realizzata dal Professor Barbara Block della Stanford’s Hopkins Marine Station per tracciare gli spostamenti di varie creature marine e alcune specie di uccelli attraverso il pacifico.
Trovo che sia un bellissimo esempio, per quanto artisticamente ingenuo, di arte informativa. Una categoria che forse non esiste, ma che dovrebbe esistere. Un’arte che, pur producendo anche qualcosa di bello da vedere, ci dia delle informazioni su quanto accade sul pianeta.
È così difficile piazzare nelle grandi città degli schermi che si aggiornano in tenpo reale e rappresentano, con forme e colori, una serie di dati che impattano sulla nostra realtà quotidiana o futura?
Cosa ne dite di una mappa delle temperature rilevate in tutti gli aeroporti del mondo (i dati sono già su internet, aggiornati ogni 6 ore circa) con la possibilità di veder scorrere gli ultimi 10 o più anni in un minuto? Forse così il riscaldamento globale sarebbe percepito da tutti.
E una immagine dell’andamento della borsa un po’ meno squallida di quella serie di numeri che scorre a Wall Street? E il procedere delle spese governative suddiviso per comparti per cui tutti, passando di lì, possano vedere in che proporzioni il governo distribuisce le nostre tasse?
Ma anche cose meno drammatiche, come la migrazione delle balene nel pacifico o il fiorire dei ciliegi in giappone…